Tutti i colori della vita nelle liriche di Debora Cappa – INTERVISTA

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Incontro con la poetessa pescarese Debora Cappa che ho avuto, ancora una volta, il piacere di intervistare, per parlare della sua passione per la poesia e delle sue opere.

 

Carissima, ben ritrovata per questa nostra nuova chiacchierata, il mondo della poesia, quando ha aperto le sue porte a te?

 

Bentrovata Ilaria, è un vero piacere. Per me far poesia è sempre stato un bisogno ancestrale, un misto d’incoscienza e d’amore.L’incontro con gli studi classici poi, facendomi orientare verso la letteratura greca e latina, italiana e straniera, ha ancor più rafforzato la mia inclinazione per il gusto del bello e dell’arte in genere. Scrivere versi, a mio avviso, è come tentare di fermare in quell’attimo l’indefinito che fa brillare d’eterno il finito e lambire così il ponte dell’ irraggiungibile.

La vita e i suoi colori sono il filo conduttore di tutte le tue opere….

Certamente, poiché la vita, con la sua alternanza costante, ma al contempo imprevedibile, di luci ed ombre, è una fonte inesauribile di ispirazione. A suffragio di ciò, per avvalorare la mia tesi, mi fa piacere riportare quanto afferma una parte dei critici letterari. Essi mi hanno definita quasi una pittrice impressionista, non solo per gli innumerevoli colori e sfumature che pigmentano le mie opere dal punto di vista naturalistico, ma soprattutto per gli imperscrutabili e mutevoli moti interiori minuziosamente descritti.

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Il mare, quanto ti assomiglia?

Mi affascina immensamente il mare, tanto che da esso ho tratto riflessioni e spunti, racchiusi anche in alcune delle liriche che compongono la mia terza pubblicazione, “L’Anima e Il Mare”. In particolare nella poesia, che dà il titolo al libro, descrivo la mia idea di somiglianza tra esso e l’animo umano. Per quanto riguarda me invece, mi somiglia solo nella misura in cui rispecchia i miei stati d’animo.

La terra, il cielo e il mare, oltre alla vita, sono nelle tue opere: quanto è importante l’eterno rapporto col creato, per un poeta?

E’ fondamentale, a mio parere, tanto che tutte e quattro le mie opere ne sono permeate, anche se in misura diversa. Cerco inoltre di mettere in luce sia gli aspetti idilliaci sia quelli talvolta catastrofici del creato. Spazio dall’ ammirazione dell’imponenza e della maestosità della natura, che nella sua incommensurabile bellezza spesso lascia senza fiato, (“Amore, l’ incompiuto” ), all’intervento dell’uomo su di essa, quasi a domarla a proprio vantaggio, col desiderio di soggiogarla e di manipolarla (seconda sezione de “Il Carnevale della Vita”, intitolata “A briglia sciolta”). Passo poi da una focalizzazione di una mia personale visione della spiritualità, in cui la natura, nella sua aurea di potenza ed estasi, assurge a consolatrice dell’anima e protettrice dell’esistenza, poiché in essa è fortemente ravvisabile l’elemento divino (“L’Anima e il Mare”), a tracciarne la sua inevitabile caducità, che ricomprende aspetti più umani (“Il Corpo e la Terra”).

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Il mondo attuale quanto ha bisogno, a tuo avviso, di poesia?

La società odierna, superficiale, frivola, distratta da mille fatui interessi ci ha assuefatti al culto dell’apparenza, all’ostentazione dell’esteriorità, alla ricerca della fama immediata, alla mortificazione dell’essenza, in nome di una mercificazione totalizzante, una sorta di consumismo, che investe perfino i sentimenti e sembra favorire un livellamento culturale, un’ atrofia del pensiero. Ritengo pertanto che il mondo attuale, così globalizzato e stereotipato, in cui l’interiorità è quasi una zavorra, abbia un bisogno estremo di poesia, in quanto essa potrebbe svolgere una funzione etica, restituendo la giusta dignità alle nostre esistenze.

Ti definisci una persona semplice, ma le tue liriche denotano una certa complessità d’animo, infinite sfumature, e uno sguardo sempre attento all’introspezione….

Di primo acchito posso sembrare una persona semplice, ma ciò che mi attira maggiormente è l’auscultazione dei moti intimi, l’analisi dell’animo umano, talvolta impietosa, la denuncia etica, l’indagare i segreti della vita, lo smascheramento, il disincanto dell’apparenza. Mi appassiona cogliere le infinite sfumature dell’esistere , per cui la mia poetica trae linfa vitale da tutto ciò che colpisce la mia sfera emotiva, specie se induce all’ introspezione e dunque favorisce il dibattito interiore, volto a rivelare aspetti sconosciuti della propria personalità anche a noi stessi, generando così una conoscenza più approfondita del soggetto collocato nel contesto universale.

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Dovendo scegliere, se te lo chiedessi, c’è forse un’opera tua alla quale ti senti, per qualche ragione e quale, più legata?

Il Carnevale della Vita” è l’opera a cui mi sento più legata, sia perché è la prima sia perché in essa tratto alcune delle tematiche a me care, come il vago presagire dell’irrefrenabilità del tempo, la strenua difesa della libertà personale e di pensiero, questioni di solidarietà sociale. La sua pubblicazione segna il passaggio dalla fase compositiva, in cui custodivo gelosamente in un percorso volutamente introspettivo sensazioni e riflessioni, sentimenti e considerazioni, senza condividerli con nessuno, a quella in cui, dopo alcuni anni, mi sono lasciata convincere ad aprire uno spiraglio sul mio mondo interiore. Ne sono particolarmente orgogliosa anche perché questa nutrita antologia poetica è stata premiata con un secondo posto assoluto in un concorso nazionale per libri editi e con alcune menzioni d’onore, pur essendo il mio primo tentativo di scrittura.

E l’autore o il poeta a cui ti senti, per certi versi, affine?

Non c’è un autore o un poeta in particolare a cui possa ritenermi affine perché li considero inarrivabili sotto vari aspetti ed il mio intento oltretutto è sempre stato solo quello di comunicare liberamente, esprimendo la mia essenza. Riconosco tuttavia con grande orgoglio che la critica ha rilevato nella mia poetica e nello stile paralleli con miei predecessori illustri, quali Pindaro, Saba, Ungaretti, Montale, Calvino.

Debora, i tuoi progetti per il futuro prossimo….

Ho in mente di far pubblicare qualche silloge tra le mie numerose raccolte ancora inedite e di divulgare le mie opere anche attraverso forme di collaborazioni artistiche con professionisti di altri settori, come già avvenuto in passato. Ritengo infatti che la commistione e la contaminazione delle arti sia il mezzo ideale per valorizzare talento e creatività di ciascuno, arricchendo inoltre l’effetto comunicativo ed emozionale nei confronti degli astanti affinché tutti possano beneficiarne al meglio.

Come possiamo fare per seguirti? Hai un sito internet o una pagina su facebook?

Chi lo desidera può seguire tutto ciò che concerne la mia attività letteraria sul web. Ho ideato e realizzato anni fa il sito dei miei libri all’indirizzo http://www.webalice.it/occhiblu_oltremare/ in cui, distinti in sezioni, ci sono varie informazioni, articoli di giornali cartacei e non, recensioni su ciascuna opera, pareri dei critici, premi conseguiti, copertine dei quattro libri e retro con descrizioni di contenuto e stile, alcune poesie, foto, interviste web, audio e video, partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive nonché a manifestazioni culturali, importanti collaborazioni artistiche, dettagli sui punti vendita, anche online e collegamenti per ulteriori approfondimenti, tra cui spiccano il biglietto da visita virtuale https://about.me/debora.cappa , il canale Youtube http://www.youtube.com/user/OcchiBluOltremare, specialmente per alcuni filmati di qualche reading, la mia pagina https://www.facebook.com/DeboraCappaOfficial/ ed il mio profilo Facebook

https://www.facebook.com/OcchiBluOltremare per un contatto diretto e notiziesu futuri incontri con il pubblico.

Concludi con una tua poesia….

Concludo con una poesia inclusa nella mia seconda silloge, premiata con menzione speciale dalla Commissione Tecnica dell’Accademia d’Abruzzo ed inserita nel sito della stessa.

ANACRONISMO DI MERLETTI

“Con mani rugose e stanche del peso di anni, che invecchiano la vita, ricami, in mezzo a volti coetanei, con la grazia di lame di luce, impalpabili e polverose, quando filtrano fra fessure di persiane socchiuse, china di passione, sull’uscio di casa, tra viuzze lastricate, l’orgogliosa tradizione, tramandati da tua madre, con negli occhi l’impotente tristezza di chi conosce il riso beffardo dell’asettico consumismo”. – DEBORA CAPPA

 

ILARIA GRASSO